Alle origini dello "stress"

È normale parlare di stress e per lo più tutti riteniamo di avere abbastanza chiaro che cosa signi- fica questa parola. Diffuse sono infatti le espressioni “che stress”, “oggi mi sento stressato”, “sono sotto stress”. Ogni persona lo intende in maniera un po’ diversa, ma generalmente viene associato a una si- tuazione di difficoltà più o meno intensa e a conseguenze potenzialmente negative per noi stessi, per la nostra salute sia psichica che fisica.

Le sue origini sono un po’ lontane ... Il termine deriva dal latino “strictus” ovvero “stretto”, “angusto”. Successivamente, nel XVII secolo, indica “difficoltà” e “avversità”. Poi, nella scienza dei materiali, prende il significato di “forza” che produce tensione deformando l’oggetto cui viene applica- ta. Nel tempo, il significato di questa forza che agisce su un oggetto è stato ampliato fino ad includere lo stato di tensione di una persona in risposta a sollecitazioni esterne. Tale interpretazione, relativa ai vissuti umani, si deve ad Hans Selye – uno scienziato austriaco divenuto nel tempo il padre della ricer- ca sullo stress – che usò la parola “stress” per la prima volta in un suo articolo pubblicato su “Nature”nel 1936 per indicare una condizione definita “sindrome generale di adattamento”. Tale sindrome per- mette all’organismo di adattarsi alle sollecitazioni esterne, e “stressor” per definire il fattore ambientale che spinge l’organismo all’adattamento. Di conseguenza, possiamo definire stressor (in italiano anche agenti stressanti o fonti di stress) quei fattori ambientali che spingono l’organismo all’adattamento e che attivano la reazione di stress. Per “strain” si intendono invece gli effetti – positivi o negativi – che tali stressors possono provocare nella persona.

Gli stressor provenienti dall’esterno possono essere negativi, come una malattia o la paura di perdere il lavoro, ma anche positivi, come la nascita di un figlio o una promozione sul lavoro; possono riguardare la sfera tangibile (ad esempio il traffico stradale per recarsi al lavoro, l’inadeguata illumina- zione del posto di lavoro) e quella emozionale-relazionale (ad esempio le gelosie fra amici o compagni di lavoro, l’incompatibilità di carattere con il proprio superiore o collega).

Le varie tipologie di stressor, alterando l’equilibrio della persona, provocano nell’organismo delle risposte di adattamento di fronte al cambiamento e quindi stress.

Nella letteratura scientifica, dunque, il termine stress si riferisce ad una reazione emozionale in- tensa a seguito di stimoli esterni che attivano risposte fisiologiche e psicologiche di tipo adattivo. Tale reazione costituisce una risposta necessaria, e non straordinaria, che l’organismo attiva di fronte agli stimoli esterni, allo scopo di mantenere e/o ristabilire il proprio equilibrio.

Contrariamente a quanto si possa pensare – sottolinea lo stesso Selye (1974) – noi non dobbia- mo, ed in realtà non possiamo, evitare lo stress, ma possiamo andargli incontro in modo efficace traen- done vantaggio, imparando di più sui suoi meccanismi, e adattando ad esso la nostra filosofia dell’esistenza.